COSA SONO LE COSTELLAZIONI FAMILIARI
Le costellazioni familiari hanno a che fare con l’importanza che ha la famiglia nello svolgersi della propria vita.
Il punto di vista e soprattutto l’esperienza concreta che Bert Hellinger (l’ideatore di tale “esperienza”) ebbe con le dinamiche familiari si discosta molto sia dal “buon senso comune” sia dalla cosiddetta terapia familiare.
Da sempre la psicologia si occupa del “sistema famiglia” ed e’ certamente importante rendere espliciti i messaggi perlopiù subliminali che circolano all’interno di un nucleo familiare, ma le costellazioni vanno oltre ciò; in un certo senso trascendono il “buono o cattivo genitore” e si concentrano invece su alcune regole che appaiono immutabili e alle quali tutti gli esseri umani sembrano obbedire.
Hellinger ha svolto costellazioni in tutto il mondo e ovunque ha trovato le stesse regole, gli stessi ordini.
In particolare ha trovato ovunque la forza del “sistema famiglia” con le sue necessità e l’esistenza del “campo morfogenetico” di cui parlerò più avanti nell’articolo.
Le necessità del sistema famiglia possono essere riassunte in tre punti:
1) APPARTENENZA (nessuno può essere escluso).
A un sistema familiare appartengono i fratelli, i genitori, i loro fratelli, i nonni e, a seconda del significato che ha avuto il destino, anche i fratelli dei nonni e i bisnonni. Sempre nella linea del sangue vi appartengono poi gli aborti, che sono figli non nati. La forza dell’appartenenza coinvolge poi persone estranee, se la loro vita e’ collegata, tramite una perdita od un guadagno, al destino familiare (se ho un incidente e uccido una persona, quella persona e’ collegata alla mia famiglia ed esercita un’influenza profonda sul nucleo familiare).
Ciò che cominciò a rendere “trascendenti” le costellazioni fu la consapevolezza di Hellinger che se a uno degli appartenenti a un sistema familiare viene negato il suo eguale diritto di appartenenza e quindi non viene rispettato nel suo destino (e ad esempio non se ne parla o non lo si ricorda volutamente), per esempio per essersi suicidato o essersi macchiato di una grave colpa, la “coscienza familiare” costringerà un altro membro della stirpe, per lo più nato successivamente, a rappresentare ancora una volta il destino dell’escluso.
Così un membro innocente viene legato per la vita al destino di un altro, senza che egli lo voglia o ne sia consapevole. Questo e’ ciò che viene definito “irretimento” nel processo delle costellazioni di Bert Hellinger.
Nei casi di irretimento (carico su di me il destino di un appartenente familiare “escluso”) la psicoterapia individuale tradizionale (ne’ tantomeno la psicofarmacologia) non ha alcun effetto ed e’ da casi come questi che Hellinger sviluppò l’idea che ci dovessero essere delle forze che andavano oltre la semplice analisi dei rapporti familiari.
2) COMPENSAZIONE (vado/lo faccio io al posto tuo)
Questo “movimento dell’anima” deriva in gran parte dal pensiero magico che tutti i bambini attraversano in un determinato periodo della loro (e nostra) vita.
In una frase si potrebbe sintetizzare “cara mamma, caro papà, vado io, soffro io al posto tuo”.
Come tutte le cose che hanno avuto un grande ruolo da bambini, esso non scompare mai completamente da adulti, ma viene integrato in una personalità più complessa.
Il fatto che venga integrato non esclude però che possa essere la “matrice portante” della nostra personalità.
Quando qualcuno che amiamo profondamente soffre o muore, può capitare che qualcosa dentro di noi ci spinga ad offrirci come “sacrificio” per salvare o seguire questo qualcuno.
Il soggetto preso in questo movimento (che magari ha una vita sociale assolutamente normale, con un lavoro e una famiglia) e’ come se dicesse “io compenso la tua sofferenza, il tuo fallimento, la tua malattia, la tua pazzia, la tua morte prematura, con la mia sofferenza, il mio fallimento, la mia malattia, la mia pazzia, la mia morte”.
E’ pronto a tutto: “prendo su di me la tua colpa, la espio come te e per te”.
Naturalmente questo “movimento dell’anima” non serve a niente.
Aggiunge solo dolore a dolore.
3) L’ORDINE (chi viene prima e chi viene dopo)
L’ordine originario e’ una legge elementare che agisce costantemente nel sistema dei rapporti e può essere così sintetizzata: prima vengono i genitori, poi i figli. Al primo posto sta il primo figlio, poi viene il secondo, poi il terzo e così via.
Questo significa ad esempio (un caso frequentissimo nella pratica costellativa) che un figlio che si ritenga “migliore” del genitore ed a lui si relaziona con superiorità e magari disprezzo, rompe l’ordine naturale delle cose e per questo pagherà un prezzo.
Lo rompe perché si mette “al di sopra” del genitore e quindi prima di lui.
Altro caso frequente sono i figli a cui “viene richiesto” di essere i “compagni di vita” di mamma o di papà, obbligandoli così ad assumere posizioni adulte quando ciò non e’ possibile e soprattutto quando ciò viola l’ordine naturale delle cose.
Spesso poi questi bambini “adulti precoci” andranno a “fare i bambini” o col coniuge o con i propri figli, come in una compensazione forzata.
Spesso nelle costellazioni che ho condotto o alle quali ho assistito giunge sempre la domanda “ma come sarebbe? come si può rispettare un padre che ad esempio abusa della figlia?”.
La risposta necessita di allargare il campo di osservazione.
Per trovare la quiete nel proprio cuore bisogna trovare la gratitudine per la vita donata (anche dal genitore abusante) e lasciare il peso delle sue responsabilità a lui, magari avvicinandosi a comprendere che anche lui era dentro un “legame sistemico” per cui ha potuto essere solo ciò che era.
In ogni caso, anche se non si arriva a comprendere come dice Hellinger “che non c’è mai niente da perdonare”, si possono fare molti passi di avvicinamento ad una comprensione più profonda che non la semplice rabbia per ciò che e’ accaduto.
C' è poi il discorso del Campo Morfogenetico o Morfico (concetto già conosciuto ed esplorato in biologia).
Una costellazione familiare è di fatto una rappresentazione di gruppo. La persona che “porta il problema” si siede accanto al costellatore ed in base a ciò che dice o a ciò che il terapeuta ritiene importante si scelgono dei rappresentanti per i componenti familiari.
Così persone che non si conoscono tra loro si ritrovano posizionate (dal cliente) in uno spazio fisico a rappresentare persone che non hanno mai visto come la mamma o il papà del cliente.
A quel punto il costellatore può prediligere di attendere in silenzio e aspettare i movimenti nello spazio dei rappresentanti, testando di tanto in tanto come si sentono, oppure può far dire alcune brevi frasi ritenute significative e osservare che effetto hanno sulla rappresentazione.
In ogni caso ciò che e’ sempre vero e’ che i rappresentanti non sanno nulla di coloro che rappresentano. Ciò nonostante si manifesta una chiara immagine della famiglia, degli irretimenti interiori dei singoli membri del sistema nonché della strada da imboccare per giungere a una soluzione.
Perché questo sia possibile e’ necessario accettare che vi sia qualcosa che unisce tutti gli uomini (e forse tutto ciò che esiste) al di là di ciò che “sanno di conoscere”.
Naturalmente molte critiche e perplessità sono piovute addosso a questo modo di vedere le cose, ma al di là delle ricerche fatte su questo presupposto (N.d.r. 1), c’e’ anche da dire che chiunque può osservarlo o viverlo da sé partecipando ad una costellazione.
Per concludere vorrei sottolineare che non ritengo le costellazioni familiari la panacea di tutti i mali, ma ho sempre visto che aprono nuovi spiragli, nuove direzioni a quel bisogno di serenità che tutti gli uomini covano dentro di sé.
E’ un’esperienza che consiglio vivamente a tutti coloro che hanno voglia di guardare dentro il proprio destino.
N.d.r. 1 Nel 2004 in uno studio dell’università’ Witten/Herdeck sono state valutate le reazioni di 130 persone durante 2700 costellazioni, trovando assoluta coerenza e continuità nelle diverse costellazioni con lo stesso tema.
Il punto di vista e soprattutto l’esperienza concreta che Bert Hellinger (l’ideatore di tale “esperienza”) ebbe con le dinamiche familiari si discosta molto sia dal “buon senso comune” sia dalla cosiddetta terapia familiare.
Da sempre la psicologia si occupa del “sistema famiglia” ed e’ certamente importante rendere espliciti i messaggi perlopiù subliminali che circolano all’interno di un nucleo familiare, ma le costellazioni vanno oltre ciò; in un certo senso trascendono il “buono o cattivo genitore” e si concentrano invece su alcune regole che appaiono immutabili e alle quali tutti gli esseri umani sembrano obbedire.
Hellinger ha svolto costellazioni in tutto il mondo e ovunque ha trovato le stesse regole, gli stessi ordini.
In particolare ha trovato ovunque la forza del “sistema famiglia” con le sue necessità e l’esistenza del “campo morfogenetico” di cui parlerò più avanti nell’articolo.
Le necessità del sistema famiglia possono essere riassunte in tre punti:
1) APPARTENENZA (nessuno può essere escluso).
A un sistema familiare appartengono i fratelli, i genitori, i loro fratelli, i nonni e, a seconda del significato che ha avuto il destino, anche i fratelli dei nonni e i bisnonni. Sempre nella linea del sangue vi appartengono poi gli aborti, che sono figli non nati. La forza dell’appartenenza coinvolge poi persone estranee, se la loro vita e’ collegata, tramite una perdita od un guadagno, al destino familiare (se ho un incidente e uccido una persona, quella persona e’ collegata alla mia famiglia ed esercita un’influenza profonda sul nucleo familiare).
Ciò che cominciò a rendere “trascendenti” le costellazioni fu la consapevolezza di Hellinger che se a uno degli appartenenti a un sistema familiare viene negato il suo eguale diritto di appartenenza e quindi non viene rispettato nel suo destino (e ad esempio non se ne parla o non lo si ricorda volutamente), per esempio per essersi suicidato o essersi macchiato di una grave colpa, la “coscienza familiare” costringerà un altro membro della stirpe, per lo più nato successivamente, a rappresentare ancora una volta il destino dell’escluso.
Così un membro innocente viene legato per la vita al destino di un altro, senza che egli lo voglia o ne sia consapevole. Questo e’ ciò che viene definito “irretimento” nel processo delle costellazioni di Bert Hellinger.
Nei casi di irretimento (carico su di me il destino di un appartenente familiare “escluso”) la psicoterapia individuale tradizionale (ne’ tantomeno la psicofarmacologia) non ha alcun effetto ed e’ da casi come questi che Hellinger sviluppò l’idea che ci dovessero essere delle forze che andavano oltre la semplice analisi dei rapporti familiari.
2) COMPENSAZIONE (vado/lo faccio io al posto tuo)
Questo “movimento dell’anima” deriva in gran parte dal pensiero magico che tutti i bambini attraversano in un determinato periodo della loro (e nostra) vita.
In una frase si potrebbe sintetizzare “cara mamma, caro papà, vado io, soffro io al posto tuo”.
Come tutte le cose che hanno avuto un grande ruolo da bambini, esso non scompare mai completamente da adulti, ma viene integrato in una personalità più complessa.
Il fatto che venga integrato non esclude però che possa essere la “matrice portante” della nostra personalità.
Quando qualcuno che amiamo profondamente soffre o muore, può capitare che qualcosa dentro di noi ci spinga ad offrirci come “sacrificio” per salvare o seguire questo qualcuno.
Il soggetto preso in questo movimento (che magari ha una vita sociale assolutamente normale, con un lavoro e una famiglia) e’ come se dicesse “io compenso la tua sofferenza, il tuo fallimento, la tua malattia, la tua pazzia, la tua morte prematura, con la mia sofferenza, il mio fallimento, la mia malattia, la mia pazzia, la mia morte”.
E’ pronto a tutto: “prendo su di me la tua colpa, la espio come te e per te”.
Naturalmente questo “movimento dell’anima” non serve a niente.
Aggiunge solo dolore a dolore.
3) L’ORDINE (chi viene prima e chi viene dopo)
L’ordine originario e’ una legge elementare che agisce costantemente nel sistema dei rapporti e può essere così sintetizzata: prima vengono i genitori, poi i figli. Al primo posto sta il primo figlio, poi viene il secondo, poi il terzo e così via.
Questo significa ad esempio (un caso frequentissimo nella pratica costellativa) che un figlio che si ritenga “migliore” del genitore ed a lui si relaziona con superiorità e magari disprezzo, rompe l’ordine naturale delle cose e per questo pagherà un prezzo.
Lo rompe perché si mette “al di sopra” del genitore e quindi prima di lui.
Altro caso frequente sono i figli a cui “viene richiesto” di essere i “compagni di vita” di mamma o di papà, obbligandoli così ad assumere posizioni adulte quando ciò non e’ possibile e soprattutto quando ciò viola l’ordine naturale delle cose.
Spesso poi questi bambini “adulti precoci” andranno a “fare i bambini” o col coniuge o con i propri figli, come in una compensazione forzata.
Spesso nelle costellazioni che ho condotto o alle quali ho assistito giunge sempre la domanda “ma come sarebbe? come si può rispettare un padre che ad esempio abusa della figlia?”.
La risposta necessita di allargare il campo di osservazione.
Per trovare la quiete nel proprio cuore bisogna trovare la gratitudine per la vita donata (anche dal genitore abusante) e lasciare il peso delle sue responsabilità a lui, magari avvicinandosi a comprendere che anche lui era dentro un “legame sistemico” per cui ha potuto essere solo ciò che era.
In ogni caso, anche se non si arriva a comprendere come dice Hellinger “che non c’è mai niente da perdonare”, si possono fare molti passi di avvicinamento ad una comprensione più profonda che non la semplice rabbia per ciò che e’ accaduto.
C' è poi il discorso del Campo Morfogenetico o Morfico (concetto già conosciuto ed esplorato in biologia).
Una costellazione familiare è di fatto una rappresentazione di gruppo. La persona che “porta il problema” si siede accanto al costellatore ed in base a ciò che dice o a ciò che il terapeuta ritiene importante si scelgono dei rappresentanti per i componenti familiari.
Così persone che non si conoscono tra loro si ritrovano posizionate (dal cliente) in uno spazio fisico a rappresentare persone che non hanno mai visto come la mamma o il papà del cliente.
A quel punto il costellatore può prediligere di attendere in silenzio e aspettare i movimenti nello spazio dei rappresentanti, testando di tanto in tanto come si sentono, oppure può far dire alcune brevi frasi ritenute significative e osservare che effetto hanno sulla rappresentazione.
In ogni caso ciò che e’ sempre vero e’ che i rappresentanti non sanno nulla di coloro che rappresentano. Ciò nonostante si manifesta una chiara immagine della famiglia, degli irretimenti interiori dei singoli membri del sistema nonché della strada da imboccare per giungere a una soluzione.
Perché questo sia possibile e’ necessario accettare che vi sia qualcosa che unisce tutti gli uomini (e forse tutto ciò che esiste) al di là di ciò che “sanno di conoscere”.
Naturalmente molte critiche e perplessità sono piovute addosso a questo modo di vedere le cose, ma al di là delle ricerche fatte su questo presupposto (N.d.r. 1), c’e’ anche da dire che chiunque può osservarlo o viverlo da sé partecipando ad una costellazione.
Per concludere vorrei sottolineare che non ritengo le costellazioni familiari la panacea di tutti i mali, ma ho sempre visto che aprono nuovi spiragli, nuove direzioni a quel bisogno di serenità che tutti gli uomini covano dentro di sé.
E’ un’esperienza che consiglio vivamente a tutti coloro che hanno voglia di guardare dentro il proprio destino.
N.d.r. 1 Nel 2004 in uno studio dell’università’ Witten/Herdeck sono state valutate le reazioni di 130 persone durante 2700 costellazioni, trovando assoluta coerenza e continuità nelle diverse costellazioni con lo stesso tema.
Bibliografia
Bert Hellinger – “Riconoscere ciò che e’”
Bert Hellinger – “Gli ordini dell’amore”
Bert Hellinger – “I due volti dell’amore”
Bertold Ulsamer - "Senza radici non si vola"
Svagito – “Le radici dell'amore”
Wilfried Nelles – “Costellazioni familiari”
Bert Hellinger – “Gli ordini dell’amore”
Bert Hellinger – “I due volti dell’amore”
Bertold Ulsamer - "Senza radici non si vola"
Svagito – “Le radici dell'amore”
Wilfried Nelles – “Costellazioni familiari”